Insultata su Instagram dopo una festa, sei minorenni segnalati alla Procura per diffamazione aggravata
Avevano postato scritte offensive sul social nei confronti di una ragazza di 16 anni. Dopo la denuncia le perquisizioni alla ricerca del telefono da cui era stato inviato il messaggio
Pubblicato il – 26 maggio 2018
TRENTO. Dal punto di vista penale è considerata una sciocchezza, si tratta infatti di una diffamazione. Ma la vittima è una ragazza di 16 anni e i diffamatori sono suoi coetanei che hanno usato Instagram per insultarla pesantemente descrivendola, in sostanza, come una poco di buono.
E’ successo in un comune del Trentino, in un paese troppo piccolo per essere nominato: si capirebbe subito di chi si tratta, considerato che i giovani del paese sono molto pochi. La Questura, che attraverso la Squadra Mobile ha seguito le indagini, non ha ovviamente fornito il nome della vittima e sull’età delle persona coinvolte è stato detto genericamente che sono ragazzi nati tra il 1999 e il 2002.Questi i fatti. La ragazza, con il suo fidanzato, a fine aprile si è recata a una festa quando, di ritorno dalla serata, ha trovato su Instagram un pesante insulto indirizzato alla sua persona.
Di questo è stata informata la Polizia che ha avviato subito le indagini. Quando sono coinvolti minori l’attenzione è infatti massima e le persone ‘taggate’ nel post sono state subito identificate.
C’era però la necessità di capire chi fosse l’autore materiale e per questo la Procura dei Minori ha autorizzato le perquisizioni.
Perquisizioni che sono state messe in atto alle prime luci del mattino, con gli agenti che si sono presentati sulla porta delle abitazioni dei minorenni. Uno shock anche per i genitori che hanno dovuto aprire per permettere alla polizia di trovare il telefono e gli altri strumenti elettronici utilizzati per la navigazione in internet.
Uno dei ragazzi coinvolti ha ammesso di essere stato l’autore del messaggio ma per l’avvio del procedimento tutte i minorenni sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di diffamazione. Ora toccherà alla magistratura definire le posizioni di ciascuno.
“Non si dica che si tratta di una goliardata, di uno scherzo o di una bravata fatta da ragazzini – afferma il capo della Squadra Mobile Salvatore Ascione – perché a quell’età si conosce bene la forza di un insulto e se ne conoscono anche le conseguenze”.